Un’intervista di gruppo. Esplorare e riconoscersi

Appuntamento alle 16.00. Ci siamo incontrati in un bar nel quartiere di Tor Sapienza per dedicare un momento al nostro primo incontro fuori dagli schermi. Eravamo emozionati sentendo quel vederci come qualcosa di speciale, di nuovo, eppure il prodotto di un lungo lavoro insieme on line. Un aperitivo inedito non solo per questo. Non capita tutti i giorni, infatti, di condividere aperitivi tra genitori e figli, prima che questi si dedichino alla formazione e al lavoro.

Dopo mezz’ora la redazione de Il Piccione Viaggiatore lascia un operatore e le famiglie al tavolo a chiacchierare, per raggiungere, nel limitrofo quartiere de La Rustica, la Rustica X Band del centro aggregativo che ci ha invitato al concerto in piazza.

Un capannello di persone attorno ad una quindicina di quelli che inequivocabilmente identifichiamo come musicisti. Vari ragazzi con le custodie di trombe, tromboni, sax, clarinetti, tamburi parlottano e sorridono cercando con lo sguardo amici e parenti tra il pubblico. Ci sembra che sia un evento importante per loro e per le persone che attendono con noi il concerto. Ci avviciniamo a Pasquale, musicista ed educatore che coordina il centro aggregativo e la banda, una sorta di faro bonario e autorevole che guida questo gruppo come un allenatore di serie A.

Ci sediamo, con gli altri spettatori, in attesa. Rapidamente gli strumenti cercano le note condivise e inizia un’ora e mezza di piacevoli sorprese. Bambini di 6 anni, assieme a ragazzi di 13, 16, 18, anche qualche signore sulla sessantina, danno vita ad un evento che non è solo intrattenimento. Allietano una piazza di periferia con le note di canzoni che evocano New Orleans con le sue marginalità creative, fatte di conflitti e di faticose riuscite. Ecco. Questo gruppo ci sembra così, impegnato in qualcosa che in questo territorio è tutt’altro che scontato, impegnato nel manutenere un apprendimento per tutta la comunità, una discontinuità che dice che il futuro non è già deciso, che si può sperare, divergere, ci si può divertire.

Dopo il concerto avviciniamo i musicisti presentandoci come redazione del blog. Né per loro né per noi questi ruoli sembrano scontati eppure si rivelano molto organizzanti e ci aiutano ad esplorare. Chiediamo se possiamo fare qualche domanda sul centro aggregativo che frequentano, sulla banda, sul loro essere giovani in quel quartiere. Ci dicono che nel quartiere non ci sono molte offerte culturali e capaci di sostenere la socialità dei giovani, ma il centro aggregativo è lì “da sempre”. Alcuni lo frequentano da sei/sette anni, altri da pochi mesi. I più esperti aiutano Pasquale a fare musica con i più piccoli, si gioca a biliardino, si dipinge con Enza, la moglie di Pasquale, educatrice e pittrice, si fanno compiti di scuola, gite al mare, cacce al tesoro in città, tornei di calcio con altri centri aggregativi. Ci parlano del difficile rapporto con alcuni ragazzi del quartiere che non frequentano il centro ma che sembrano provocarlo attraverso comportamenti di sfida e disturbando le attività. Ci sembra che parlare di chi non frequenta il centro e la sua banda sia anche un modo per dire di sentirsi parte di un privilegio, di qualcosa di prezioso ed esclusivo.

Ci salutiamo dandoci appuntamento a settembre, torneremo a trovarvi, magari anche a proporvi di scrivere insieme sul nostro blog. Andando via ci chiediamo a cosa noi ci sentiamo di appartenere imparando. E ci sembra di poter dire che Point of you e il Piccione Viaggiatore siano diventati un po’ il nostro centro aggregativo, la nostra banda da far suonare.

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