
La dimensione di gruppo rappresenta un’occasione per:
– mettere a verifica il funzionamento delle nuove categorie a cui lavoriamo nelle consulenze individuali e di coppia
– esplorare vissuti, rappresentazioni, emozioni e temi della contemporaneità (es. coppia, famiglia, salute, lavoro, corpo, appartenenze, abitare, etc.) in una dimensione di socialità.
La dimensione di gruppo ha la funzione di aiutarci, come un “acceleratore di particelle”, a mappare modi di funzionare della mente e delle relazioni; la residenzialità a sostenere questa “accelerazione” tenendo a mente come la pandemia Covid 19 abbia riorganizzato il modo di funzionare dei contesti sociali e produttivi, da un lato forzando coabitazioni dall’altro impedendo contatti fisici. La stessa psicoterapia, dal 2020, ha sviluppato, più che in precedenza, una propria modalità di lavoro anche on line, consentendo modi nuovi di pensare il lavoro clinico, integrabili, dopo i lockdown, anche con il lavoro in presenza.
Il nome di questo laboratorio, Habitat, tenta di tenere insieme queste suggestioni.
Nelle scienze naturali e poi in quelle sociali si definisce ‘habitat’ il contesto elettivo in cui una specie può vivere al meglio delle proprie possibilità, trovando e costruendo in quel contesto le risorse per vivere in modo soddisfacente e produttivo con altri, simili e diversi.
È, dunque, un costrutto che ci consente di immaginare una competenza a riconoscere e usare creativamente i limiti, confliggendo e collaborando per la costruzione di futuro. Dunque l’habitat è un contesto vitale rappresentato non solo da “ciò che c’è” ma anche dalla costruzione attiva di connessioni, rapporti e senso tra chi a quel contesto partecipa. Una “comunità intelligente”, elettiva, che condivide questioni. Dunque, potremmo dire, che chi è invitato condivide con invitati e invitanti, attraverso la domanda alla psicoterapia, il desiderio di riorganizzare in senso divergente e divertente la contemporaneità a cui partecipa.